Le emergenze fitosanitarie
Nell’alta provincia di Belluno, negli ultimi tre anni, l’abete rosso e il pino silvestre hanno denunciato un’accentuata vulnerabilità nei confronti di alcuni insetti, comunemente diffusi all’interno dei boschi di montagna e già in passato occasionalmente responsabili di infestazioni.
Non è ancora possibile affermare con certezza che tali avversità siano imputabili esclusivamente all’azione di tali insetti.
Molti infatti individuano la causa predisponente le infestazioni nell’azione combinata, più subdola e quindi difficile da controllare, di fattori ecologici abiotici (aridità del suolo, siccità periodiche) e biotici (danni di origine antropica alle cortecce e alle radici, compattamento del suolo).
Se sotto un profilo meramente ecologico il danno non sembra sussistere, dato che simili eventi rientrano nell’ordine naturale delle successioni e fanno parte della storia evolutiva del territorio, al gestore forestale spetta il compito di controllare l’evolversi della situazione, cercando di mettere in atto tutte le possibili misure per contenere il danno economico e paesaggistico.
Tra gli insetti che si nutrono di legno, detti in gergo xilofagi, va menzionato un folto numero di coleotteri della famiglia degli scolitidi.
I danni che ricorrono più frequentemente a carico dell’abete rosso sono causati da Ips typographus, comunemente conosciuto con il nome di bostrico, mentre i danni alle pinete delle pendici di Antelao e Marcora, allo stato attuale delle conoscenze, sembrano essere causati dall’azione congiunta o sequenziale di Ips acuminatus e Tomicus piniperda, ai quali si associano specie corticicole, meno frequenti, ma altrettanto pericolose, quali Tomicus minor e Ips sexdentatus.
Ad essi fanno generalmente seguito attacchi di altri xilofagi secondari appartenenti, per lo più, alle famiglie dei cerambicidi, dei siricidi e dei buprestidi, le cui larve si sviluppano nella corteccia o nel legno.