Il taglio delle piante mature

La rinnovazione naturale insediatasi a seguito dell’esecuzione di un taglio a buche
Abete rosso completamente scavato dal picchio presso il Ponte del Moro (Chiapuzza)
Cataste di legname pronte per essere trasportate in segheria (Pian de Stavel)
ATTIVITA’
A differenza di quanto accade, ad esempio, nelle vicine foreste austriache, all’interno delle quali si pratica il taglio raso, nei nostri boschi non si trovano quasi mai ampie aree completamente disboscate, salvo i casi in cui l’infestazione di organismi nocivi (bostrico) costringa all’eliminazione dei nuclei di diffusione dei parassiti.

L’esperienza dei nostri avi e le conoscenze scientifiche maturate negli anni, hanno dato ragione al nostro sistema di utilizzazione delle risorse forestali, meno redditizio rispetto ai sistemi intensivi dei paesi nordici ma sicuramente più adeguato alle esigenze di rispetto delle caratteristiche del paesaggio e di salvaguardia idrogeologica delle nostre valli.

Attualmente il sistema di taglio del bosco maturo prevede, nella maggior parte dei casi, la creazione di una buca circolare di diametro compreso, a seconda dei casi, tra 15 e 30 m. All’apertura della buca segue un periodo variabile di attecchimento delle nuove piantine. Una volta constatati i ritmi e le condizioni della rinnovazione, si procede al graduale allargamento “a macchia d’olio” del margine della buca.

Di tanto in tanto si preferisce poi risparmiare qualche albero secco o visitato dal picchio, in quanto tali piante, pur non avendo più valore commerciale, mantengono un’importante funzione biologica.

Sulla base del Piano di assestamento, nei boschi delle Regole di San Vito si tagliano ogni anno circa 2.000 mc di alberi (in prevalenza di abete rosso), destinati a produrre legname da opera (tavole, travature, imballaggi, ecc.).

Tale quantitativo, tecnicamente detto “ripresa”, corrisponde a circa la metà dell’incremento annuale complessivo di volume generato dalla naturale crescita del bosco.

Questo significa che solo una parte dell’interesse maturato annualmente dal capitale legnoso viene sfruttata dalle Regole per scopi commerciali. In questo modo il bosco accumula, anno dopo anno, sempre maggiore volume o, quantomeno, mantiene una massa costante.

Accade anche che eventi naturali accidentali, come il vento, la neve, i dissesti idrogeologici (erosioni, frane) e gli attacchi parassitari, provochino incrementi imprevisti della ripresa, che vengono però recuperati nell’arco del periodo di validità del Piano, mediante la cancellazione di alcuni tagli programmati.

E’ quanto è accaduto, ad esempio, nel novembre 2002, in occasione dello schianto di oltre 3.000 abeti rossi a causa del vento, e in seguito al disseccamento di oltre 2.000 soggetti di abete rosso e pino silvestre, causato da infestazioni di insetti parassiti susseguitesi tra le annate 2004 e 2006.

Trattasi, in estrema sintesi, di quello che oggi viene definito un “sistema di gestione forestale sostenibile”, la cui validità è oggi ufficialmente certificata dal PEFC.